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Ostinazione
dannosa Renzi modifichi la legge
elettorale Il
presidente del Consiglio commetterebbe un errore grave rifiutando di
modificare la legge elettorale come pure gli chiedono i suoi alleati di
governo. I partiti a vocazione maggioritaria hanno fatto già un buco
nell’acqua e la ragione è semplice. Isolati come sono, concentrati sulle
scelte del loro leader, non riescono a mantenere la sufficiente dialettica
interna ed implodono esattamente come una coalizione frammentata. Il Pdl di
Berlusconi ha subito ben quattro scissioni in 5 anni tanto che è stato costretto
a rieditarsi come Forza Italia, raccogliendo la metà dei consensi dei suoi
esordi del 1994 ed aveva comunque un distinto partner nella Lega. Il Pd di
Veltroni ha retto dall’opposizione, ma giunto al governo con Renzi ha subito
due scissioni e necessita del sostegno di segmenti del centrodestra. I
disprezzati “partitini” che avrebbero minato la stabilità italiana, sono
quelli che oggi consentono all’Italia di avere un governo in carica anche con
il loro misero 3 per cento. Senza di loro si sarebbe tornati alle urne già
all’indomani del voto del 2013. Un governo di coalizione che pensa di
risolvere il problema della stabilità con il doppio turno, rischia di
alienarsi un’altra parte dell’elettorato che non si sente più rappresentata.
Se ne sta accorgendo la Francia, dove il governo socialista è messo a dura
prova sul piano sociale, bersaglio di tutte le opposizioni e persino del suo
bacino di consenso. Renzi è un uomo di rottura, è questo per certi versi ad
un Paese come il nostro può anche essere d’aiuto, ma ad un determinato
momento, bisogna dar prova di saper cucire, altrimenti ci si ritrova tutti
contro. E’ proprio quello che potrebbe accadere nell’imminente ballottaggio
per le amministrative, dove il Pd ha già mostrato abbondantemente di essere
in sofferenza. Per carità, il voto per i sindaci dipende da decine di fattori
che esulano da un giudizio sul governo, ma intanto si fa esperienza di una
dinamica elettorale che per le politiche verrà perfezionata Un sistema
maggioritario puro, non comporta una minaccia alla democrazia anche se i
bilanciamenti ed i controlli dal basso tendono ad attenuarsi. Finché tiene
l’Unione europea ed i poteri sono diffusi nell’ordinamento dello Stato
nazionale, non basta impossessarsi di una sola Camera, per esercitare una qualche
forma autoritaria. Invece, l’attuale modello di governo di coalizione
verrebbe superato dalle nuove regole che prescrive la maggioranza a se
stessa. Si produrrebbe una realtà completamente nuova ed inesplorata.
L’attuale governo, bene o male, ha messo molti temi in cantiere e affronta
una congiuntura particolarmente delicata. Viste anche alcune misure
discutibili, avrebbe bisogno di tempo per precisare e di sicuro migliorare i
provvedimenti studiati. Già il voto sul referendum della riforma costituzionale
potrebbe invece mandarlo a gambe all’aria, soprattutto se al Pd non preme
allargare la sua area di consenso all’esterno della stretta cerchia di
partito. Visti i risultati parziali di quel partito c’è da credere che è ad
un passo dalla sconfitta. Almeno, quando De Gasperi propose la legge truffa,
era sicuro di esserne il beneficato, Renzi potrebbe finire con il beneficare
qualcun altro, non necessariamente più capace di lui. Roma, 16
giugno 2016 |
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